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LA RESISTIBILE ASCESA DI ARTURO UIDi Bertolt Brecht

LA RESISTIBILE ASCESA DI ARTURO UIDi Bertolt Brecht

musiche originali Hans-Dieter Hosalla traduzione Mario Carpitella con Umberto Orsini e con Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis Regia Claudio Longhi Dramaturg Luca Micheletti Scene Antal Csaba Costumi Gianluca Sbicca Luci Paolo Pollo Rodighiero musiche ...

musiche originali Hans-Dieter Hosalla
traduzione Mario Carpitella
con Umberto Orsini
e con
Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis
Regia Claudio Longhi
Dramaturg Luca Micheletti
Scene Antal Csaba
Costumi Gianluca Sbicca
Luci Paolo Pollo Rodighiero
musiche originali Hans-Dieter Hosalla
fisarmonica e arrangiamenti Olimpia Greco
direttore tecnico Robert John Resteghini
assistenti alla regia Giacomo Pedini, Lorenzo Galletti (in stage),
ufficio stampa Antonia Ammirati, Silvia Pacciarini
direttore di scena Mario Falchi
capo macchinista Siro Chiucchiu
capo elettricista Vincenzo Lazzaro
fonico Tiziano Terzoni
attrezzista Silvia Martin
sarte Giada Fornaciari, Elisabetta Rizzo
amministratrice Daniela Cappellini
scene costruite nel laboratorio di Fèmipari zrt
costumi sartoria the One
divise Devalle Roberto
parrucche Audello
attrezzeria Rancati
calzature C.T.C.
foto di scena Marcello Norberth
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatri di Roma
"Buffa" e mordace parabola satirica sulla corruzione del potere, La resistibile ascesa di Arturo Ui racconta la cronaca nera della Berlino degli anni Trenta invasa dalle squadracce naziste, trasferita per invenzione dell'autore in una coeva Chicago in cui l'industria magnatizia del commercio dei cavolfiori prospera all'ombra sinistra del gangster Arturo Ui, satirico "alias" di Adolf Hitler.
Scritta tra il 1940 e il '41 dall'esilio finlandese, Brecht definirà in seguito l'opera una «farsa storica», dato il piglio ironico, salace ed «epico» al contempo con cui essa ricostruisce la tragicomica epopea di un trust scalcagnato in una città corrotta, ammiccante alla situazione economico-politica in dissesto nella Germania dello stesso periodo.
Con Umberto Orsini assoluto protagonista nel ruolo del titolo, affiancato da una troupe giovane e affiatata, lo spettacolo intende assecondare pienamente l'ispirazione grottesca del copione, conferendo all'apologo una dimensione "circense", dove l'incisiva brevità dei singoli "numeri", l'equilibristica retorica della sopraffazione mafiosa, la serie rocambolesca dei fatti di cronaca narrati e messi alla berlina attraverso la lucida comicità di cui Brecht si serve come arma storico-critica, traducono la parabola in una "rivista" briosa e nitida, caustica ed elegante sul tragico nonsenso del nostro passato.